Arthur Duff

Arthur Duff è nato a Wiesbaden, in Germania, da genitori americani. Vive e lavora a Vicenza, Italia. Riferendosi al suo lavoro creativo, Arthur Duff tende a non parlare di ‘opere’, ma di un unico continuo ‘esperimento’. Ponendo l’accento su luce ed elemento verbale, tra i principali principi costitutivi, al posto di ‘parola’ o ‘luce’ predilige termini come ‘informazione’ e ‘viaggio’.

Il ​​lavoro di Duff si è sempre concentrato sulla creazione di complessi spazi esperienziali, sia visivi e fisici, che utilizzano la proiezione laser o la pulsazione di immagini (sia luminosi o ottenuti tramite modelli) per portare avanti configurazioni sempre sorprendenti. Sulla base di queste considerazioni – l’identità fluida e la natura anti-intellettuale della sua poetica – siamo in grado di leggere la maggior parte di quello che fa: non tanto in termini di una sequenza di azioni apparentemente tecniche e spettacolari ma in termini di un cambiamento, un complesso e stretto dialogo con le coordinate spaziali di un presente quasi totalmente costituito da esperienze digitali e virtuali.

Nelle sue proiezioni laser, basate sulla combinazione di luce artificiale e linguaggio spazializzato, come nelle implicite stratificazioni annodate di frammenti stellari, la luce è per Duff la metaforica possibilità di un transito, un viaggio, nel mondo dell’informazione come un materiale potenzialmente infinito, fisico e dinamico.

Duff ha presentato il suo lavoro a “Porportio” presso il Museo Fortuny di Venezia nel 2015. Ha vinto il 2% per l’Arte presso il MACRO di Roma con il progetto “ROPE”. Ha realizzato diversi lavori recenti scala urbana tra cui “Precious Objects – Extraordinary Individuals” a Palazzo Malipiero Barnabo`, “SPIN SERIES” a Santo Spirito in Sassia, “Borrowing You” a Castelfranco Veneto e “Transparency – Arthur Duff, Jenny Holzer, Julian Opie, Jaume Plensa, Stephan Reusse, Ulla Rauter, Public Art” a Praga. Ha inoltre partecipato a diverse collettive, tra cui “La Grande Magia” al MAMBO di Bologna, “Themes & Variations, Text and Space” alla Collezione Peggy Guggenheim a Venezia, “La parola nell’arte” al Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto. Ha presentato il lavoro nella sezione esteri del XIV Quadriennale alla Galleria nazionale d’Arte Moderna di Roma e “Il Palazzo delle Liberta`” presso il Centro d’Arte contemporanea le Papesse di Siena.

E’ docente di installazione e scultura multimediale presso l’Accademia di Belle Arti di Perugia.

OPERE