David Tremlett

Nato nel 1945 a Sticker vicino a Saint Austell in Cornovaglia, dal 1972 David Tremlett vive a Bovingdon. Dopo aver frequentato il Falmouth College e la Birmingham School si cimenta con la scultura al Royal College of Art di Londra. Nel 1969, sempre a Londra, debutta alla Grabowski Gallery. Due anni più tardi, armato solo di grafite e di numerosi fogli di carta di modeste dimensioni, parte per l’Australia in autostop alla ricerca dei propri genitori. Da anni ne ha infatti perso le tracce.

E’ un cammino epico del cui valore artistico è oggi custode la fondazione Henry Moore di Leeds. Durante i suoi successivi viaggi in India, Africa, Iran e Afghanistan Tremlett scopre le potenzialità delle polveri colorate e resta affascinato dalle enormi superficie policrome realizzate a mano. Abbandona dunque il piccolo formato e, a partire dagli anni Ottanta, fa dei wall drawing mezzo espressivo prioritario. Ovunque nel mondo privilegia luoghi insoliti. A volte, come accade in Africa, persino edifici abbandonati. Realizzato sui muri della scalinata Manton della Tate Britain, inaugurato nel settembre del 2011 e visibile almeno fino al 31 dicembre 2016, Drawing for Free Thinking segna l’apice del suo percorso. Un percorso difficile da arginare in poche righe biografiche.

Tra i suoi interventi permanenti di maggiore intensità evocativa ricordiamo la Cappella di Barolo, gioiello delle Langhe decorata nel 1999 in tandem con Sol Lewitt, l’ambasciata inglese di Berlino, la Cappella di Santa Maria dei Carcerati a Bologna, il British Council di Nairobi, le vetrate della chiesa di San Pietro e Paolo a Villenaux la Grande e il castello di Formigine (Modena). Hanno ospitato le sue personali il Moma di New York, lo StedeljiK Museum di Amsterdam, Il Centre George Pompidou di Parigi, la Fondazione Miro di Barcellona, la Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Trento e il Centro d’Arte Contemporanea Pecci di Prato.

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